Sono un nuovo paragrafo
Vi condurremo in un viaggio, che vi porta dallo sperimentare quello stato di disperazione, depressione senso di impotenza, che spesso ci troviamo a vivere di fronte agli eventi della vita, alla consapevolezza dell'infinito potere che ciascuno di noi incarna.
Il senso si impotenza, infatti, non è la verità, ciò che c'è di vero è il nostro infinito potenziale.
La dottoressa Paola Battaglia ha messo a punto questo metodo, che include le sue attitudini, che non riguardano solo la crescita personale ma anche, l'arte e la musica, per proporre un viaggio interiore attraverso la meditazione che ci conduce in uno stato tale per cui diventiamo molto più ricettivi sul piano delle sensazioni.
Dirlo a parole che quando ci sentiamo finiti è solo perché si attivano archetipi in noi che ci danno la sensazione di essere personaggi tragici di una storia che non ha via d'uscita, ma tutto questo è solo nella mente, la realtà si presenta in un modo diverso, in essa noi siamo espressioni uniche e irripetibili della vita e come tali possediamo un potenziale infinito di forme che possiamo emanare dalla nostra essenza eterna: l'anima che come ci insegna Platone, è sempre stata e sempre sarà, e tutto conosce per via della metempsicosi ossia il suo vagare in ogni dove, per conoscere tutto lo scibile, che poi viene dimenticato nell'atto dell'incarnazione, ma che, attraverso l'incontro con le cose di quaggiù ritorna a recuperarne la conoscenza.
Il viaggio che vi proponiamo questa sera, è esattamente questo percepire col corpo che il senso di impotenza è solo nella mente e che può essere superato connettendosi alla forza vitale.
Concluderemo il nostro viaggio con l'aria "La mamma morta" tratta dall'opera Andrea Chénier di Umberto Giordano con libretto di Luigi Illica.
L'opera nel suo complesso, riporta alla visione del pubblico una storia che racconta di come le costruzioni dell' ego sono fragili ed è proprio quando permettiamo al potere della mente che genera la parte egoica di noi, di andare a pezzi, solo allora tocchiamo quella dimensione infinita, illimitata, di pura luce in quanto amore, che è come é solito a dire Paola Battaglia, il nucleo incorruttibile del nostro essere, ossia l'essenza sottesa ad ogni forma.
Nella vita assumiamo molte forme, alcune semplicemente generate dal trascorrere del tempo, altre dal mutare del nostro livello di consapevolezza.
Le crisi sono mezzi che, se usati con sapienza, possono condurci fuori dal labirinto dei falsi sé, costruiti sulle ferite del piano emotivo, per condurci fino al nostro maggior potenziale.
Questo viaggio è ben fotografato dall'archetipo che si dispiega nella narrazione dell'Andrea Chénier, infatti, senza entrare nel merito della storia nei suoi particolari, ma in esso si vede un primo quadro in cui alla corte di Versaille si muovono ricchi nobili fra cui Maddalena, il personaggio che canta l'aria La mamma morta, che forti del loro egoico sangue blu, si permettono di deridere e utilizzare schemi di dominio nei confronti di chi nobile non è.
Anche col poeta Andrea Chénier, Maddalena non sarà tanto amabile, nella primo atto dell'opera, in quanto lo deriderà per i suoi versi amorosi.
Giunta la rivoluzione francese, la nobile Maddalena perde ogni cosa, ed è lì che scopre che Andrea Chénier è innamorato di lei, ed in quella disperazione, dove ha perso tutto, casa, averi anche la madre è morta, lei scopre la potenza dell'amore.
Ecco come descrive perfettamente la forza generatrice creatrice dell'amore, Illica, egli ci dice che l'amore "fa della Terra un Ciel", ossia fa vibrare di puro spirito la materia , lascia trasparire l'anima, con la sua divina levità, nel greve del materico.
Ecco i versi:
" Fu in quel dolore
che a me venne l'amor!
Voce piena d'armonia e dice:
"Vivi ancora! Io son la vita!
Ne' miei occhi è il tuo cielo!
Tu non sei sola!
Le lacrime tue io le raccolgo!
Io sto sul tuo cammino e ti sorreggo! Sorridi e spera! Io son l'amore!
Tutto intorno e sangue e fango
Io son divino! Io son l'oblio!
Io sono il dio che sovra il mondo scendo da l'empireo, fa della terra un ciel! Ah!
Io son l'amore, io son l'amor, l'amor"
L'amore incondizionato non conosce possesso, non conosce futuro né passato, è "l'oblio" eterno presente che spazza via paura, senso del possesso, trauma.
Nell'amore incondizionato che è eterno presente, le azioni accadono, ma senza il peso delle memorie, traumi del passato e simili.
"Io sono l'amor, io sono la vita"
e la vita può diventare qualsiasi cosa: un albero, un cigno, il mio meraviglioso cane Parsifal, un dittatore, Salomone ossia il re illuminato e saggio per antonomasia..finché sei vivi tu puoi dare qualsiasi forma alla vita che, attraverso la tua visione la tua volizione, può incarnare qualsiasi cosa tu abbia l'ispirazione di essere.
Il senso profondo del nostro viaggio è questo, e si riassume in queste righe, ma passiamo per alcuni step fondamentali.
Le tappe del viaggio
1-Introduzione alla serata a cura di Paola Battaglia
2-Introduzione all'ascolto consapevole a cura di Jonatas Monteiro
3-Introduzione allo stato meditativo Paola Battaglia
4-Entrata in scena degli elementi che ci conducono nel nostro viaggio:
Ego (Magda di Palma)
Anima (Anna Fondacaro)
Narratrice (Paola Battaglia)
Testo di Paola Battaglia
5-Partiamo sulla note dell'Aria della quarta corda di Bach suonata dal maestro Monteiro; il brano accompagna la lettura di una delle lettere che Voncent Van Gogh scriveva al fratello Theo.
In essa ben si delinea il senso di impotenza, quella consapevolezza che il mondo è grande, ma io sono prigioniero di una gabbia che mi impedisce di volare incontro alla vita e qualsiasi cosa io faccia sono sempre nello stesso perimetro: la mia gabbia.
Ciò che l'autore non vede però, è che quella gabbia è solo la nostra paura ed è la mente a generarla, messa a tacere la mente ecco che la gabbia scompare.Come?
Procediamo nel nostro viaggio, le prossime tappe ci saranno d'aiuto, saranno una traccia di mappa che risponde alla domanda "Si ma come si fa"?
"A primavera un uccello in gabbia sa bene che c'è qualcosa a cui potrebbe servire, sente benissimo che ci sarebbe qualcosa da fare, ma non ci può far nulla, e cos'è questo? Non si ricorda bene, ha idee vaghe e dice: "Gli altri fanno i loro nidi e portano fuori i loro piccoli e li cibano" e poi sbatte il suo capino contro le grate della gabbia. Ma la gabbia resiste e l'uccello impazzisce dal dolore. "Guarda che fannullone", dice un altro uccello che passa lì davanti, "quello è un tipo che vive di rendita". Eppure il prigioniero continua a campare, non muore, fuori non appare nulla di quel che ha dentro, è in buona salute, e di tanto in tanto è allegro sotto i raggi del sole. Ma poi viene il tempo degli amori. Ondate di depressione. "Ma ha poi proprio tutto quel di cui ha bisogno?" dicono i bambini che si prendono cura di lui e della sua gabbietta. E lui sta appollaiato con lo sguardo proteso verso il cielo, dove sta minacciando un temporale, e dentro di sé sente ribellione per la sua sorte. "Me ne sto in gabbia, me ne sto in gabbia, e non mi manca niente, imbecilli! Ho tutto ciò di cui ho bisogno! Ma per piacere, libertà, lasciatemi essere un uccello come gli altri!". Così,talvolta, un uomo che non fa nulla assomiglia a un uccello che non fa nulla."
Legge Antonella Marrone
Quando ci percepiamo in questo modo, in gabbia, stiamo rivisitando vecchie ferite, spesso legate a schemi di accudimento poco funzionali della prima infanzia e dunque permetterci di sprofondare nelle emozioni , non temerle e non fuggirle, è la via per transitare oltre, per giungere fino al nutrimento vero per la nostra anima, che non è più solo dipendenza da ciò che ci fa evitare di incontrare il dolore, che è poi parte della nostra verità.
6-Lascia ch'io pianga
Aria di Georg Friedrich Händel
Opera Rinaldo
Canta Paola Battaglia
Suona Jonatas Monteiro
Testo
Lascia ch'io pianga mia cruda sorte
E che sospiri la libertaE che sospiri
E che sospiri la libertaLascia ch'io pianga mia cruda sorte
E che sospiri la libertaIl duolo infranga queste ritorte
De miei martiri sol per pieta De miei martiri sol per pietaLascia ch'io pianga mia cruda sorte
E che sospiri la liberta
7-Ora che hai il coraggio di ascoltare di cosa davvero hai "fame"; in che modo rispondi? Quale nutrimento dai ai bisogni più profondi del tuo sé?Panis angeliscos
Panis Angelicus
di Cesar Franck
Tastiera e voce: Jonatas Monteiro
«Panis angelicus
fit panis hominum;
dat panis caelicus
figuris terminum;
O res mirabilis:
manducat Dominum
pauper, servus et humilis.
Te, trina Deitas
unaque, poscimus:
sic nos tu visita,
sicut te colimus;
per tuas semitas
duc nos quo tendimus,
ad lucem quam inhabitas.
Amen.»
«Il pane degli angeli
diventa pane degli uomini;
il pane del cielo
dà fine a tutte le prefigurazioni:
qual meraviglia!
il servo, il povero, l'umile
mangia il Signore.
Chiediamo a Te,
Dio uno e trino,
di visitarci,
come noi Ti adoriamo.
Per le Tue vie
portaci dove tendiamo,
alla luce in cui tu abiti.
Amen.»
8- e poi...la madre, il porto sicuro dal quale arriviamo e che aneliamo dal primo momento in cui approdiamo in questa vita, la qualità della sicurezza che troviamo in lei è la stessa che interiorizziamo.
Che qualità di abbraccio hai ricevuto da tua madre?
Testo di Paola Battaglia
Legge Paola Battaglia
Musica, Arioso di J.S.Back
Tastiera: Jonatas Monteiro
Ave Maria
Bach/Gounod
Canta Paola Battaglia
Suona Jonatas Monteiro
Ave, Maria, grátia plena
Maria grátia plena Maria grátia plena Ave, ave Dóminus Dóminus tecumBenedícta tu in muliéribus
Et benedíctus, benedíctus Fructus fructus ventris tui, Iesus Ave, MariaAve Maria, Mater Dei
Ora pro nobis peccatóribus Ora, ora pro nobis Ora, ora pro nobis peccatóribusNunc et in hora mortis
In hora mortis nostrae In hora mortis mortis nostrae In hora mortis nostrae Ave Maria
9-Ma tu sei essenzialmente la vita
Lode a me
Autrice Paola Battaglia (tratta dal Manuale di Autostima di Paola Battaglia distribuito da Amazon)
Legge Paola Battaglia
Musica: Neare My God To Thee di Lowell Mason,
Tastiera: Jonatas Monteiro
Che tu sia lodata amata Figlia della Terra,
per il contributo fattivo che dai alla vita.
Ogni gesto che fai è unico,
E solo tu puoi farlo in questo luogo ed in questo tempo
Per questo io ti benedico
Che tu sia lodata amata figlia
Per la qualità che esprimi in ciò che fai
In questo tempo ed in questa vita
Per questo io ti benedico.
Io ti lodo amata creatura perché sei nata
In questo tempo ed in questa vita,
Per nascere ci vuole coraggio
Per essere se stessi ci vogliono forza, fede,e infinito coraggio.
Per il solo fatto di essere nata sei un’eroina
e se nasci completamente a te stessa
Onori completamente la vita
E sei luce divina, pura grazia e libertà.
E per il solo fatto di esserci sei benedetta
IO TI LODO AMATA CREATURA
E D’INNANZI A TE MI INCHINO
COSI’ E’
COSI’ SEI
COSI’ SONO.
10- Gabriel's Oboe
Musica Morricone
Canta e suona Jonatas Monteiro
Legge Paola Battaglia
Testo di Paola Battaglia
Testo introduttivo a "la mamma morta"
di Paola Battaglia
Legge Paola Battaglia
La Mamma Morta Andrea Chénier
Canta Paola Battaglia
Suona Jonatas Monteiro
11- Ascolto corporeo del tamburo
12- mantra finali
13- Pausa nel silenzio
Aperitivo e Brindisi finale.
I testi delle letture, fatta eccezione per la lettera a Theo Van Gogh, sono di Paola Battaglia.
Si ringrazia Cinzia Collodi per la supervisione all'interpretazione delle letture e l'associazione Mitropa per l'accoglienza nella sua bellissima sala.